Stavano piovendo cani e gatti quando i quattro Ladri, quei disgraziati senza storia, si incontrarono.
Era una di quelle notti senza luna, dove nemmeno i gatti osano uscire. I rumore dei tuoni che rimbombava tra la manciata di case sparse nel campo riempiva l’aria di paura, il vento soffiava inginocchiando gli alberi al suo volere mentre la pioggia cadeva,scrosciava e puniva in quel buco dimenticato da Dio! Come se il fatto di vivere in quel posto non fosse già una punizione sufficiente. Ormai si sa, il buon Dio ha un senso dell’umorismo strano e, vada come vada, riesce sempre a fregarti in qualche maniera. Ad ogni modo, una tempesta così non la dimenticherò mai. Lo giuro, qui su due piedi, che se l’inferno esiste puoi star certo che il tempo sarà sempre cosi! E a te, povero disgraziato, ti faranno arare i campi sotto quella tempesta mentre Caronte e Lucifero si giocano la tua anima ai dadi! Ma stiamo perdendo il filo della nostra storia…come dicevo, era una notte buia e tempestosa quando i quattro Ladri si incontrarono. E doveva per forza esserlo, per fare quella musica dannata. Era l’estate di non so che anno, doveva essereil 1878 o giù di lì, poco importa! So solo che da quella notte, quando sento un tuono, o il cielo si prepara alla tempesta penso a quella maledetta notte: a quandoi Ladri cominciarono a suonare.
Non li sentii arrivare, arrivarono e basta. E si presero tutto ciò di buono che alla mia anima era rimasta. Si nascosero nel mio granaio. Poi sentii le chitarre e i tamburi. Sentii le voci cantare, un’armonica fendeva l'aria con il suo suono acuto mentre il mandolino vibrava! E quelle melodie… le sento ancora, la sera, nascoste nella mia testa ‘bacata’, a detta di quelli che comandano qui in questo posto! Le sento ancora risuonare nella testa! E mentre mi trovavo sulla mia poltrona, davanti al fuoco, sentii il loro folk e ascoltai il loro country! E piansi e risi, e sentii le emozioni e vidi delle storie passarmi davanti agli occhi: vidi un ragazzo su una zattera cheremava nelle fangose acque del Mississippi, mi immaginai il vento agitare l’erica nella lontana campagna inglese e vidi una donna, bellissima, cantare una ninnananna alla luce di un fuoco nella savana africana. E quella musica…se all’inizio erano solo quattro, ora erano in tantissimi! C’erano Mogli, c’erano Donne e c’erano i Ladri. E ballavano, urlavano, bevevano e gridavano noncuranti della tempesta che stava scuotendo la notte! E suonavano, suonavano, suonavano....
E quando la tempesta finì, la musica svanì e la gente sembrò scomparsa. Soltanto il silenzio rimase. Andai a vedere nel mio granaio ma, com’erano venuti, i Ladri se n’erano andati.