Mauro Catena: voce e chitarre; Roberto Moriani: tastiere; Claudio Catena: batteria; Massimiliano "Macs" Paganini: chitarra elettrica.
Testi: Mauro Catena. Musiche: Roberto Moriani.
Roberto Moriani compone. Compone da sempre pezzi musicali per conto suo o arrangiamenti e parti di tastiera per conto della storica band luganese dei Diaspro con la quale ha percorso un decennio di strada. Roberto Moriani predilige il pop inglese, il prog e molto altro a condizione che siano contemplate tastiere e synth. Non disdegna il cantautorato italiano e nelle sue armoniche i rigurgiti infantili di anni a pane-e-Pooh si percepiscono eccome. Compone e si ferma nel momento in cui a quella composizione vanno aggiunte le parole, e dopo numerosi tentativi si rassegna e chiede aiuto a chi scrive.
E Mauro Catena scrive, anche lui da sempre. Inizia romanzi, racconti, butta giù recensioni, registra impressioni, insomma lascia tracce. Pantagruelico divoratore di libri scrive tanto e bene, così bene che anche le e-mail aziendali non sono passate inosservate quando lui e Roberto Moriani erano colleghi. A Mauro Catena piace il rock anni ’90, il rock americano, il grunge, e a ritroso fino ai ’60.
I Lazenby quindi nascono su commissione. Cioè il compositore che commissiona un testo allo scrittore, e da quell’ ottobre 2010 i brani sono ormai un'ottantina ma potrebbero essere molti di più se nel frattempo non ci fossimo decisi anche a impararli, suonarli, condividerli con una sezione ritmica. Per questo serve una batteria.
E Claudio Catena suona la batteria. Led Zeppelin, Deep Purple, Black Sabbath, i gruppi di riferimento, le fonti da cui ha attinto stile e gusti musicali, quindi di estrazione hard rock. Dopo anni di inattività e un abbondante allenamento anti-ruggine, ha sposato la causa e ora picchia colpi per i Lazenby.
Massimiliano “Macs” Paganini, cultore del rock americano, rock tradizionale folk-blues roots, è l’artefice degli assoli, è quello che spinge e sostiene con le sue chitarre oppure interviene laddove è d’uopo con l’armonica. Dicevamo cultore di rock e di arte nella varietà di tutte le sue espressioni, collezionista, esperto e anch’egli esagerato mangialibri. Anche a lui saranno commissionati dei testi ma ancora non lo sa.
Tra noi non abbiamo praticamente niente in comune in quanto a gusti musicali e questo ci allontana anni luce dall’origine della maggior parte dei “complessini” che si ritrovano a suonare le canzoni che preferiscono. Ognuno ha il suo genere e quello che ci accomuna, oltre a una grande amicizia, è paradossalmente il lavoro che con la musica non c’entra niente. I componenti della band operano - o operavano - infatti nel settore farmaceutico (Roberto fino al 2017, Massimiliano e Mauro sono ex-colleghi, mentre Claudio è in un’altra azienda sempre del ramo).
I brani nascono per piano e voce poi con il passare del tempo e delle prove si arricchiscono di ritmica e sono soggetti a continue evoluzioni. Dall'ottantina di brani già composti sono stati selezionati i sei pezzi che compongono l’E.P. volutamente molto diversi tra loro in modo che rappresentino la varietà dello stile Lazenby, così uno si fa un‘ idea… Nel frattempo altrettanti sono in via di perfezionamento perché non abbiamo intenzione di fermarci al primo cd, sia ben chiaro.
E il nome? Non è un nome. È il cognome di George Lazenby, fotomodello australiano prestato al cinema, protagonista del film “Agente 007 Al Servizio Segreto di Sua Maestà” (1969). Fanatico di tutto quanto riguardasse James Bond, dall’abbigliamento all’atteggiamento, ottenne con incredibile caparbietà la parte con una serie di stratagemmi, bugie, sotterfugi inenarrabili. Si rivelò un autentico anti-eroe diventando protagonista del “gran rifiuto” quando gli proposero di girare i successivi sequel nei panni dell’agente segreto inglese: rispose di no perché questo personaggio – a suo dire - era destinato a fallire... In tre minuti ecco di chi stiamo parlando: https://youtu.be/PSZ5o8Vfiy8
E diciamo che un po’, con la sua frase “I wasn’t an actor, I wanted that job, though”, ci rappresenta: non siamo musicisti, ma vogliamo suonare.